Autore: Dipendenti in Cloud
Il rimborso spese misto è una via di mezzo tra il rimborso a piè di lista e quello forfettario: prevede cioè che al lavoratore venga corrisposto sia un rimborso analitico delle spese di vitto e/o alloggio affrontate in trasferta che un’indennità forfettaria. Attenzione però, ci sono regole precise da seguire, riguardanti non solo la documentazione da archiviare ma anche la tassazione degli importi versati in busta paga al dipendente. Ecco tutti i dettagli.
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della tua Azienda.
Se scegli di ricorrere al sistema di rimborso misto, al tuo dipendente/collaboratore in trasferta spetta:
Le spese vanno documentate secondo gli stessi criteri previsti per il sistema di rimborso analitico, ovvero con fatture, ricevute, scontrini fiscali e biglietti nominativi o anonimi. E, come per il sistema analitico, tutta la documentazione fornita dal lavoratore per ottenere il rimborso va accuratamente conservata dall’azienda in modo da poterla esibire in caso di controlli fiscali. Se la cosa ti preoccupa non temere: nel capitolo 6 ti parleremo della nota spese e degli strumenti più efficaci per compilarla.
Dal punto di vista fiscale per il lavoratore, anche in questo caso va fatta una distinzione tra trasferte dentro e fuori dal Comune.
Per le trasferte nel territorio comunale, il rimborso misto, come quello analitico e forfettario, concorre a formare il reddito del lavoratore ed è quindi interamente tassato in busta paga. L’unica eccezione riguarda le eventuali spese di trasporto, ma sempre solo se documentate.
Per le trasferte extracomunali, la questione è un po’ più complicata: la tassazione per il lavoratore, infatti, varia a seconda di quante e quali spese gli vengono rimborsate. Ecco come funziona.
Poniamo il caso di un lavoratore che abbia speso, in una trasferta extracomunale in Italia, 50 euro per vitto, 50 euro per il viaggio e 25 euro per il telefono e che riceva 80 euro di indennità di trasferta. In busta paga, gli unici importi tassati saranno i 25 euro di telefono (“spese ulteriori”) e 49,01 euro ovvero il totale dell’indennità ricevuta (80 euro) meno il limite di deducibilità (che in questo caso è di 30,99 euro perché è stato rimborsato solo il vitto e non anche l’alloggio).
Ma che succede se il tuo dipendente utilizza la sua auto per andare in trasferta? In questo caso, invece del rimborso del biglietto del treno, potrà richiederti il rimborso chilometrico. Nel prossimo capitolo ti spieghiamo come funziona, come si calcola e come è tassato questo particolare tipo di rimborso.