Autore: Dipendenti in Cloud
Una delle occasioni più comuni che possono capitare a datori di lavoro e addetti alla gestione del personale è quella di gestire una richiesta di permesso di lavoro presentata dal dipendente.
I permessi di lavoro consistono in giorni di assenza dal lavoro ulteriori rispetto alle ferie e rappresentano uno dei diritti fondamentali dei lavoratori.
Ti sembra un argomento complesso? Non temere: dopo aver letto questo articolo conoscerai le principali definizioni in materia e riuscirai ad orientarti tra le diverse tipologie di permessi.
Indice dell'articolo
I permessi lavorativi consentono ai dipendenti di potersi assentare dal lavoro per periodi brevi e diversi a seconda del contratto collettivo della categoria cui appartengono.
Il permesso di lavoro è un diritto riconosciuto dalla legge italiana e può venire accordato a due condizioni:
La situazione dei permessi del singolo dipendenti si trova riassunta nel cedolino, quindi è importante sapere come leggere permessi e ROL in busta paga.
Non tutti i permessi sono retribuiti: dipende dalla tipologia a cui appartengono.
Scopri quali sono i permessi che i tuoi collaboratori ti potrebbero richiedere,
con le condizioni e la durata di ognuno.
Una fondamentale distinzione da stabilire è quella tra permessi di lavoro retribuiti e permessi di lavoro non retribuiti.
Nel caso di un permesso di lavoro retribuito il dipendente riceve regolare compenso anche quando non fornisce le sue prestazioni. Ciò non avviene se il permesso di lavoro è non retribuito. Infatti, in questa circostanza, il datore non è obbligato a fornire un’indennità al lavoratore.
I permessi di lavoro non retribuiti vengono concessi, previo accordo tra le parti, principalmente in occasione dei seguenti eventi:
Durante la fruizione di permessi non retribuiti, il dipendente non matura giorni di ferie. Per approfondire il tema, consulta la guida sulla maturazione ferie.
Una delle domande frequenti tra datori di lavoro e addetti alla gestione del personale è: ferie e permessi sono la stessa cosa? La risposta è negativa.
Secondo quanto stabilito dal Codice Civile, ogni lavoratore ha diritto a un minimo di 4 settimane di ferie l’anno. Inoltre, le ferie solitamente vengono calcolate su base giornaliera e fruite consecutivamente (per più giorni successivi).
Diversamente, i permessi sono da conteggiare ad ore (e non con un parametro giornaliero) e non presentano un limite minimo per legge. Per altri dettagli, leggi l’approfondimento sulla differenza tra ferie e permessi.
I ROL consistono in una particolare tipologia di permessi e la sigla che li contraddistingue sta per “Riduzione dell’Orario di Lavoro”. Hanno in comune con gli altri permessi lavorativi e le ferie lo stesso inquadramento istituzionale, nell’ambito della tutela del lavoratore e del suo diritto di riposo. I ROL vengono definiti per il singolo lavoratore sulla base del contratto collettivo di appartenenza, considerano lo stress psico-fisico che comporta la mansione.
Esistono altre tipologie di permessi retribuiti? Certamente. Infatti esistono altre ulteriori situazioni per cui un lavoratore può richiedere un permesso al datore di lavororicevere la normale retribuzione.
Precisiamo come i vari CCNL possano disciplinare in modi differenti la materia, stabilendo eventualmente dei trattamenti di maggior favore nei confronti dei dipendenti.
Inoltre, la regolamentazione dei permessi può anche variare in base alle dimensioni dell’azienda.
Ti consigliamo quindi di rivolgerti a un Consulente di Lavoro, per conoscere nel dettaglio le tipologie e la quantità di permessi che spettano ai tuoi dipendenti.
Per ex-festività si intendono quelle giornate che in precedenza venivano considerate festività, oggi invece abolite.
Le principali sono:
I permessi per ex festività possono essere richiesti soltanto se queste giornate cadono durante il periodo lavorativo. La fruizione può avvenire in maniera totale oppure parziale insieme alle ferie.
Quando il dipendente si sposa, ha diritto a poter usufruire dei permessi per congedo matrimoniale.
Il permesso deve avere una durata non superiore ai 15 giorni effettivi, compresi sabati e festivi. Il conteggio avviene a partire dal giorno in cui viene fissata la celebrazione delle nozze.
I permessi per matrimonio possono essere consumati entro un mese dalla data delle nozze.
I permessi per congedo parentale danno diritto a un massimo di 10 mesi di astensione complessivi, da suddividere tra entrambi i genitori, fino al compimento del dodicesimo anno di età da parte del figlio. La richiesta può essere presentata sia dalla madre che dal padre.
Se i permessi riguardano la madre, il periodo accordato può essere sia frazionato che continuativo, per un totale di 6 mesi (10 mesi se è l’unico genitore). Si devono escludere dal congedo le giornate spettanti per ferie e congedo di maternità.
Se i permessi vengono richiesti dal padre, il periodo di astenzione può essere massimo di 6 mesi.
Il limite si può estendere a 7 mesi se il padre ha necessità di astenersi per un periodo di lavoro non inferiore ai 3 mesi. In questo caso, il massimo accordabile per congedo parentale risulterà non di 10, ma di 11 mesi.
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I permessi di lavoro stabiliti dalla Legge 104 riguardano i dipendenti con disabilità e che hanno difficoltà a svolgere l’attività lavorativa, oppure i lavoratori che si prendono cura di persone disabili.
I lavoratori che possono beneficiare dei permessi di lavoro legge 104 sono:
Questo tipo di permessi presenta dinamiche differenti a seconda della specifica situazione. Il richiedente può aver diritto a:
Questi permessi hanno diritto alla retribuzione piena.
Il congedo può essere prolungato nel caso vi siano dei figli con disabilità per ulteriori 3 anni, fino a quando il bambino non compie il dodicesimo anno di età. In questo caso lavoratore ha diritto al 30% dello stipendio.
I permessi di lavoro con Legge 104 sono anticipati dal datore di lavoro che ha modo di richiedere rimborso all’INPS tramite apposita richiesta.
Trattandosi di una materia complessa, ti consigliamo di consultare attentamente la normativa in merito e/o di rivolgerti al tuo Consulente di Lavoro.
Il permesso per lutto viene concesso quando viene a mancare un parente nei seguenti casi:
Il dipendente può usufruire di questo tipo di congedo per un massimo di 3 giorni l’anno nella forma retribuita. Il calcolo riguarda soltanto i giorni lavorativi: sono quindi esclusi quelli festivi.
Il lavoratore ha diritto di presentare richiesta non oltre i 7 giorni dalla scomparsa della persona, inviando relativa documentazione e descrizione precisa dei giorni che richiede.
La norma di riferimento per i permessi per lutto è la legge n. 53/2000. Prevede che il lavoratore possa fare richiesta di permesso anche per gravi motivi familiari, a fronte di una grave infermità, sia mentale che fisica, da parte di un parente entro il 2° grado.
La richiesta in caso di grave infermità deve essere accompagnata da relativa documentazione medica redatta dal Servizio Sanitario Nazionale, non oltre 5 giorni dalla ripresa regolare dell’attività lavorativa. Il datore di lavoro può presentare richiesta di verificare periodicamente la presenza effettiva di questa infermità.
Il diritto allo studio è tutelato all’interno dell’ordinamento italiano dalla Legge n. 300/70.
I permessi per studio possono ammontare a un numero complessivo di 150 ore.
I corsi contemplati sono quelli legati al conseguimento della qualifica professionalizzante e ai gradi di istruzione primaria e secondaria.
I permessi per studio interessano sia le ore della formazione sia quelle che rigurdano le prove di esame.
I permessi di lavoro per visite mediche spettano a quei dipendenti che hanno necessità di fare delle visite mediche di tipo specialistico o di ricevere la somministrazione delle terapie, comprese quelle in day hospital.
Sono retribuiti per un massimo di 18 ore, che comprendono il tempo di percorrenza, e quando la persona presenta regolare documentazione medica. Se il lavoratore ha necessità di ulteriori ore, può richiedere dei permessi non retribuiti.
Il datore di lavoro ha diritto a ricevere sempre specifica documentazione da parte del dipendente.
I donatori di sangue possono presentare richiesta al datore di lavoro di permessi retribuiti, in occasione della donazione di sangue o plasma.
Per ottenerli, è necessario rispettare le seguenti condizioni:
La durata del permesso è di 24 ore. Può fare da riferimento l’orario di relativa donazione riportato sul certificato.
Il permesso di donazione del midollo osseo è concesso ai soli donatori che:
Il lavoratore può richiedere questo permesso nei seguenti casi:
Il dipendente dovrà presentare specifica documentazione al datore di lavoro o all’ufficio di gestione del personale.
I permessi per midollo osseo e donazione del sangue sono a carico dell’INPS. Ad anticiparli è il datore di lavoro, che ha modo di recuperarli tramite richiesta da effettuare con apposito modello F24.
Per fruire dei permessi il lavoratore che si sottopone a prelievi di sangue o donazione di midollo osseo dovrà presentare la documentazione rilasciata da una struttura medica certificata e avrà diritto alla normale retribuzione durante i periodi di assenza.
Questa tipologia di permessi interessa il lavoratore che svolge una carica pubblica elettiva, ad esempio sindaco o assessore, nel momento in cui avvengono le sedute dell’organismo di riferimento. La stessa misura riguarda i consigli circoscrizionali dei comuni con più di 500.000 abitanti.
Il calcolo del permesso è diverso a seconda della situazione del dipendente e dal verificarsi delle riunioni:
Il limite massimo stabilito dalla legge è di 24 ore, concesse per le cariche aventi particolare rilevanza. Il permesso può arrivare fino alle 48 ore per i sindaci e i presidenti di provincia. Fanno eccezione alcune situazioni speciali stabilite all’interno del CCNL.
Il lavoratore mantiene il numero di ferie e il grado di anzianità, ma non la retribuzione effettiva per il lavoro straordinario e l'indennità in caso turni di lavoro.
I permessi per volontariato spettano a quei lavoratori che prestano la propria attività presso associazioni che non hanno scopo di lucro e a coloro che fanno parte degli albi della Protezione Civile, con cui hanno una collaborazione.
I volontari della Protezione Civile hanno diritto a usufruire di un massimo di 30 giorni di permesso consecutivi e 90 annuali. Se viene dichiarata la situazione di emergenza nazionale, i permessi possono raggiungere i 60/180 giorni. Il datore di lavoro anticipa la retribuzione del lavoratore e ha diritto di presentare richiesta di rimborso allo Stato.
Permessi |
Quando possono essere richiesti |
Durata |
Permessi per ex-festività |
Soltanto se le ex-festività cadono durante
il periodo lavorativo.
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Permessi per
congedo matrimoniale
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In occasione delle nozze. |
Non superiore ai 15 giorni effettivi (compresi sabati e festivi). Da consumare entro un mese dalla data delle nozze.
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Permessi per
congedo parentale
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Fino al compimento del dodicesimo anno di età da parte del figlio.
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Massimo di 10 mesi di astensione complessivi (11 in casi specifici), da suddividere tra entrambi i genitori.
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Permessi di lavoro
per legge 104/92
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I dipendenti con disabilità, oppure i lavoratori
che si prendono cura di persone disabili
(caregivers)
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3 giorni di permesso al mese (frazionabili anche in ore), oppure 2 anni di congedo straordinario nell’intero arco della vita lavorativa (anche frazionabili).
Il congedo può essere prolungato nel caso vi siano dei figli con disabilità per ulteriori 3 anni.
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Scarica la tabella con tutti i permessi
Non basta sapere cosa sono i permessi di lavoro e quali sono le tipologie in cui sono declinati: la loro gestione rimane complessa, soprattutto se si accavallano più permessi per il singolo lavoratore. Come fare? Un aiuto valido è quello fornito da un software per la gestione delle risorse umane, come Dipendenti in Cloud.
Infatti, tramite la funzionalità di gestione ferie e permessi di Dipendenti in Cloud, puoi: