Autore: Dipendenti in Cloud
Molti di noi avranno di certo avuto a che fare con il lavoro da remoto, o perché è stato adottato in azienda, oppure perché qualche parente o amico ne è stato coinvolto. Si lavora da casa, anziché dall’ufficio, utilizzando strumenti digitali quali il PC. Spesso, per sintesi, chiamiamo questa nostra modalità di lavoro “smart working”, anche se più frequentemente si tratta di remote working (lavoro da remoto).
Se inizialmente le principali preoccupazioni erano la produttività e mettere i dipendenti nella condizione di svolgere le proprie mansioni, oggi l’attenzione è sempre più rivolta verso gli aspetti motivazionali e psicologici. Sì, perché il calo della motivazione è uno degli svantaggi dello smart working e può facilmente trasformarsi in un danno per la produttività. Vediamo perchè e, soprattutto, come evitare che ciò avvenga.
Lavorando da casa si riducono drasticamente i contatti con i colleghi e i responsabili. È vero che ci si può sentire tramite messaggio o videochiamata, tuttavia viene meno l’immediatezza a cui si era abituati stando in ufficio. Inoltre, manca quello scambio diretto, faccia-a-faccia, che è un bisogno degli esseri umani.
Questa situazione, soprattutto se prolungata, genera un calo della motivazione, che si manifesta in diversi modi.
Il dipendente:
La mancanza di motivazione, con le manifestazioni ad essa associate (senso di isolamento, minore creatività, consegna dei lavori in ritardo o all'ultimo minuto), ha un impatto negativo sulla produttività. Non diminuisce il numero di ore lavorate - secondo il National Bureau of Economic Research durante il lockdown la giornata lavorativa si è allungata in media di 48 minuti - ma calano il rendimento e la qualità del risultato.
Se senti che i tuoi collaboratori sono poco motivati e hai notato uno dei segnali che abbiamo elencato nel paragrafo precedente, oppure vuoi prevenire queste situazioni (il che è consigliato), puoi intervenire in 7 modi.
Da quanti giorni non senti più i tuoi dipendenti? Magari molti, oppure nessuno, perché lavori sempre a stretto contatto con loro. Allora proviamo a riformulare la domanda: da quanto tempo non fai due chiacchiere informali con loro? Inizia da oggi. Non servono grandi discorsi, basta anche solo qualche frase di circostanza. I dipendenti ti sentiranno più umano e vicino a loro e tu riuscirai a colmare (almeno in parte) il vuoto causato dalla distanza fisica.
Puoi far sentire i tuoi dipendenti meno “lontani” dall’azienda anche condividendo con loro le novità. Possono essere poche quelle positive, considerando il momento di crisi attuale, ma cerca di metterle in enfasi.
Tra gli svantaggi del lavoro da casa c’è la difficoltà a separare il lavoro dal tempo libero, in termini di spazio, ma soprattutto di tempo. Questo impedisce di disconnettersi dal lavoro e di avere orari precisi, quindi genera stress che, a lungo andare, provoca il burnout.
É vero che è passato un anno dal primo lockdown e che sul web sono tantissime le guide su “come lavorare in smart working”. Nonostante tutto, ai dipendenti potrebbe far piacere ricevere suggerimenti da parte tua su come conciliare lavoro e tempo libero, o anche solo sapere che sei disponibile ad ascoltarli in caso di difficoltà.
Responsabilizzare i dipendenti significa dare loro la possibilità di prendere iniziativa e percepire un maggior controllo sulla propria situazione lavorativa. Non devi stravolgere l’organizzazione dell’azienda, né la gerarchia dei ruoli. Bastano pochi accorgimenti: dare più autonomia nei compiti, condividere informazioni e obiettivi, chiedere opinioni sulle decisioni aziendali. In questo modo, i tuoi dipendenti si sentiranno maggiormente coinvolti in quello che stanno facendo, responsabili del risultato e perciò più motivati.
Nello smart working “reale” il lavoro viene organizzato per fasi, cicli e obiettivi. Stabilisci degli obiettivi da raggiungere in tempi specifici, sia come azienda, sia riferiti al singolo progetto o lavoro.
Magari lo hai già fatto, ma i tuoi dipendenti ne sono a conoscenza? Condividi con loro alcuni obiettivi. Puoi iniziare da quelli riferiti ai compiti che li riguardano, oppure da quelli più “basilari”, come ad esempio il numero di clienti da ottenere. Sentiranno che il loro lavoro ha uno scopo, quindi si impegneranno di più per raggiungerlo.
Organizza i lavori affinché vengano svolti in gruppo, tra i dipendenti di uno stesso reparto o di differenti. Se non ci riesci o non ne hai le possibilità, fai in modo che almeno intervengano più persone nelle diverse fasi di uno stesso progetto. In questo modo, i colleghi entreranno in contatto più facilmente tra loro e si sentiranno meno soli e isolati.
Sempre più aziende stanno organizzando delle occasioni di incontro “informale” tra i dipendenti, come pause caffè, aperitivi e cene, tutto rigorosamente in videochiamata. Perché non provarci anche tu? Puoi anche stabilire dei momenti più formali, dove i dipendenti possono condividere i progressi nei vari progetti e tu informare sulle novità dall’azienda.
Siamo arrivati alla fine del nostro approfondimento sulla motivazione dei dipendenti in smart working. Puoi iniziare ad applicare uno solo dei nostri consigli e passare anche gli altri. Il lavoro ne trarrà beneficio, provare per credere. Del resto, tutti ci impegniamo di più se siamo motivati, non è vero?